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Tasi: come pagare in ritardo con il ravvedimento

In molti comuni d’Italia il 16 ottobre è scaduto il termine per il pagamento della prima rata della TASI, l’imposta sui servizi indivisibili. Calcola quanto devi pagare e aggiungi la sanzione dovuta per il ritardo: ti aiutiamo noi.

Il termine per il pagamento della tassa sui servizi indivisibili, la cosiddetta Tasi, è ormai scaduto. Se non hai pagato nei termini previsti, oppure hai sbagliato i conti e hai pagato meno del dovuto, puoi utilizzare il ravvedimento operoso. In pratica, utilizzando il modello F24 o l’apposito bollettino postale, puoi versare la rata che dovevi al Comune aggiungendo sanzioni e interessi. Gli interessi vanno calcolati sui giorni di effettivo ritardo, dal giorno successivo alla scadenza al giorno di effettivo versamento. Il tasso da applicare è dell’1% annuo, tuttavia i Comuni possono modificarlo con apposito regolamento. Il nostro calcolatore ti aiuta a calcolare anche sanzioni e interessi.

Quanto pagare

Calcola quanto avresti dovuto versare e poi aggiungi gli interessi. Facciamo un esempio: se paghi 100 euro con 10 giorni di ritardo, devi calcolare gli interessi in questo modo:

100 x 1% = 1 euro annui

1 x 10/365 = 3 centesimi

Ai 100 euro di imposta devi quindi sommare 3 centesimi di interesse.
Ovviamente, prima paghi meglio è, dato che le sanzioni aumentano con il passare del tempo così come gli interessi.

Se versi entro 14 giorni dalla scadenza, devi applicare lo 0,2% giornaliero di sanzione sulla somma dovuta. Per esempio per 100 euro di imposta non versata dovrai aggiungere 20 centesimi per ogni giorno di ritardo, oltre agli interessi (ravvedimento sprint).

Se versi dal 15° giorno al 30° giorno successivo alla scadenza, devi calcolare la sanzione del 3% di quanto non pagato, senza rapportarla ai giorni di ritardo. Quindi per i 100 euro d’imposta da pagare devi aggiungere 3 euro di sanzione oltre agli interessi, questi si calcolati su base giornaliera (ravvedimento breve).

Superati i 30 giorni dalla scadenza e fino al 30 giugno 2015, puoi ravvederti pagando la sanzione del 3,75% oltre agli interessi (cd. ravvedimento lungo). Superata tale data, sei passibile di una sanzione amministrativa pari al 30% dell’imposta non pagata o pagata in ritardo.

Come pagare

Per pagare devi usare il modello F24 o l’apposito bollettino postale, barrare la casella “Ravv.” e indicare nello stesso rigo dell’imposta, sommandoli, l’importo della sanzione e degli interessi. Le parti restanti devono essere compilate normalmente. Quindi, se utilizzi l’F24, segui le istruzioni che trovi sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Nello specifico potrai consultare le diverse istruzioni in base al tipo di immobile:

per il pagamento della Tasi sull’abitazione principale e relative pertinenze (ricordati di utilizzare il codice 3958).

per il pagamento della Tasi sugli altri fabbricati (il codice invece è 3961).

Se invece utilizzi il bollettino postale, il numero di conto corrente è 1017381649 unico per tutti i Comuni italiani. Anche in questo caso devi indicare il codice catastale del comune, l’anno di riferimento, il numero di immobili, la tipologia (abitazione principale, fabbricati rurali, aree fabbricabili, altri fabbricati), se si tratta di acconto o di saldo (se si paga in un’unica rata barrare entrambi).

Cosa c’è da sapere

È utile ricordare che:

il calcolo del periodo di possesso va fatto sulla base dei mesi. Il mese si conta per intero solo se il possesso si è protratto per più di 14 giorni;

la rata d’acconto è pari al 50% di quanto dovuto per l’intero anno (se compri la casa ad aprile, conteggi la Tasi su 9 mesi e paghi il 50% con la prima rata);

in caso di separazione dei coniugi, la Tasi è dovuta dal coniuge assegnatario della casa coniugale;

se il Comune ha deliberato delle detrazioni, queste vanno divise in parti uguali tra i proprietari a prescindere dalla loro percentuale di possesso;

sono considerate pertinenze all’abitazione principale solo gli immobili accatastati come C2, C6 o C7 nel limite di un solo immobile per classe catastale. Quindi, se hai due box, sul primo paghi la Tasi insieme all’abitazione principale, sul secondo paghi l’Imu e l’eventuale Tasi sulle seconde case deliberata dal tuo Comune;

i proprietari sono coobbligati al pagamento della Tasi, quindi il Comune può decidere di chiederne il pagamento a uno solo per tutti, sarà poi chi si fa carico del pagamento a chiedere la quota agli altri;

anche gli inquilini devono pagare la Tasi, il Comune decide quale sia la ripartizione tra proprietario e inquilino (deve variare tra il 10% e il 30% a carico dell’inquilino), ma in questo caso se uno dei due non dovesse pagare l’altro non ne risponde. L’aliquota da utilizzare è quella che il Comune stabilisce per il proprietario dell’immobile a prescindere dall’utilizzo che ne fa l’inquilino. Se il Comune non delibera la suddivisione tra proprietario e inquilino, quest’ultimo deve pagare il 10% dell’imposta.