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L’Aquila e la meravigliosa fontana delle 99 Cannelle: perché è famosa e perché si chiama così?

La Fontana delle 99 Cannelle è uno dei monumenti più celebri e riconoscibili della  nostra città.

Situata nella zona della Rivera, in piazza San Vito, rappresenta un punto di riferimento non solo per gli aquilani, ma per tutta la storia dell’Abruzzo. Dichiarata monumento nazionale, è un’opera che intreccia leggenda, arte e architettura medievale.

Il nome deriva dalla presenza di 93 mascheroni in pietra e 6 cannelle singole, che secondo la tradizione richiamano i 99 castelli che nel 1254 si federarono per dare origine alla città.

Le origini della fontana: tra storia e leggenda

La costruzione della fontana risale al 1272 e, secondo numerose fonti, il progetto fu opera dell’architetto Tancredi da Pentima. Si tratterebbe dunque di uno dei primi monumenti civili realizzati a L’Aquila dopo la sua seconda fondazione. La città, nata nel 1254, fu infatti distrutta dall’esercito di Manfredi di Svevia e ricostruita nel 1266, durante il regno angioino di Carlo I d’Angiò.

La tradizione popolare lega l’opera alla leggenda dei 99 castelli che diedero vita alla città. A ciascun insediamento sarebbero state dedicate una chiesa, una piazza e una fontana. Sebbene il numero reale fosse più basso, l’idea delle “99 cannelle” divenne parte integrante dell’identità aquilana.

Un alone di mistero circonda inoltre la fonte che alimenta la fontana: si racconta che Tancredi da Pentima fu giustiziato per non rivelarne il segreto, e che le sue spoglie giacciano sotto la struttura

Evoluzione architettonica nei secoli

L’aspetto attuale della fontana è il frutto di aggiunte e trasformazioni succedute nei secoli.

La parte centrale risale al progetto originario, mentre:

  • il rivestimento a scacchiera in pietra bianca e rosata è datato al XV secolo;
  • il fronte sinistro fu aggiunto nel 1582 dall’architetto Alessandro Ciccarone;
  • il fronte destro è settecentesco e presenta mascheroni in stile barocco;
  • la recinzione in ferro battuto fu installata nel 1934.

Durante il terremoto del 2009 la fontana riportò solo lievi danni, successivamente restaurati.

Caratteristiche e simbolismo

La pianta trapezoidale della fontana, situata a un livello inferiore rispetto al piano stradale, è arricchita da un bordo in pietra bicolore e da cinque bacini collegati tra loro. Originariamente, questi bacini venivano utilizzati per il lavaggio dei panni, un’attività quotidiana fino agli inizi del Novecento.

Ogni mascherone ha un volto diverso: secondo la leggenda, essi rappresentano i signori dei castelli che contribuirono alla fondazione della città. Un’altra interpretazione lega i sei pannelli privi di decorazione alle ferite di Cristo, simbolo di rigenerazione.

Tra le figure spicca anche una testa di pesce, che richiama la leggenda di Colapesce e crea un legame suggestivo con Federico II di Svevia, sebbene non sia lui il fondatore della città.

La fontana e il legame con la città

La Fontana delle 99 Cannelle non è solo un’opera d’arte, ma un simbolo identitario per L’Aquila.

Rappresenta la fusione tra realtà storica e mito collettivo, diventando una tappa imperdibile per chi visita la nostra città.

Il motivo decorativo a scacchiera, presente anche nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, testimonia l’unità stilistica delle architetture aquilane e rafforza il legame della fontana con il tessuto urbano

 

Come raggiungere la Fontana delle 99 Cannelle

Il monumento è facilmente accessibile anche a piedi. Per chi arriva in treno a L’Aquila, il percorso dalla stazione alla fontana è di circa 400 metri: basta imboccare via Colle Mulino, proseguire su via Arco San Jacopo della Rivera e in pochi minuti si raggiunge piazza San Vito.